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(g.l.) Omaggio a Pier Paolo Pasolini con un testo di Biagio Marin questa sera, 19 agosto, a Grado. “El critoleo del corpo fracassao” s’intitola, infatti, il lavoro che sarà presentato alle 21.15 – Illuminotecnica Lis Anforis – con letture di Tullio Svettini, notissimo attore teatrale nell’Isola del sole, che sarà accompagnato dal violino di Enriketa Cefa. L’incontro, con ingresso libero, è stato organizzato dall’Associazione Grado Teatro e dalla Parrocchia arcipretale di Sat’Eufemia, nella splendida cornice della Basilica di Santa Maria delle Grazie che sorge, in Campo dei Patriarchi, accanto alla casa in cui nacque “Biaseto” il 29 giugno 1891, quando Grado apparteneva ancora all’Impero austroungarico, al quale si deve l’intuizione delle sue importanti potenzialità turistiche e termali. Di Marin ricorrono i 40 anni della morte, in quanto il famoso poeta e scrittore – alcune sue liriche furono musicate dal grande compositore istriano Antonio Smareglia che si spense proprio a Grado nel 1929 – chiuse i suoi occhi la vigilia di Natale del 1985.

Biagio Marin


“Er critoleo del corpo fracassao” (Lo scricchiolio del corpo fracassato) è il testo che Biagio Marin scrisse nelle Litanie in memoria di Pie Paolo Pasolini, il poeta di Casarsa morto mezzo secolo fa a Roma. «Il 6 novembre, giorno dei funerali di Pasolini a Casarsa, Marin – come si legge in una breve recensione – annota nel suo diario: “Or ora ho scritto alcuni miei poveri versi, per tentare di liberarmi dalla pena che ho in cuore, provocatami dall’episodio della sua morte, dal modo della sua fine. Quel diciassettenne che non si è accontentato all’abbatterlo, ma passa con l’automobile sul suo corpo ancora vivo, per finirlo del tutto, e lo schiocca e l’uccide, chi era? Che cosa era?”. I “poveri versi” in questione sono uno dei vertici della poesia dialettale del Novecento». «In tredici densi, luminosi componimenti in quartine rimate – prosegue la nota -, la memoria del poeta assassinato viene restituita al dolce paesaggio della terra friulana e lo scricchiolio del corpo fracassato si ripercuote nel ritmo cadenzato di una indimenticabile litania, dove “il mio canto col tuo si confonde /… il mare è uno, con le sue tante onde”». L’opera venne pubblicata con la traduzione italiana di Ivan Crico riportando estratti dai diari inediti di Biagio Marin a cura di Pericle Camuffo.

Tullio Svettini

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In copertina, il poeta Pier Paolo Pasolini che moriva 50 anni fa.

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